Associazione degli Storici Europei

In collaborazione con il dipartimento SARAS (Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo) dell’Università La Sapienza di Roma

L’Associazione degli Storici Europei fu un’assise internazionale di storici nata nel 1983 con l’intento di conferire nuova linfa alla riflessione storiografica nella fase in cui la Comunità europea si imponeva nel dibattito pubblico. Armando Saitta, presidente dell’Associazione e dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea, ne stabilì all’Istituto la sede legale e ne accolse il bollettino all’interno di «Critica storica», rivista inserita nelle iniziative editoriali dell’Istituto. L’Associazione fu promossa da studiosi italiani come Barone, Boscolo, De Rosa, Sartori, oltre allo stesso Saitta, la cui inquietudine per la crisi identitaria europea e la difficoltà di consolidamento delle istituzioni comunitarie trovò validi interlocutori in esponenti di spicco della riflessione storica internazionale come Soboul, Ruano, Aldea, Lutz. In accordo con una crescente esigenza degli storici e delle istituzioni europee, Saitta promosse l’idea dell’Istituto come luogo d’incontro per gli storici di tutta Europa, verso il “superamento dei pregiudizi nazionalistici che ancora ostacolano un’adeguata comprensione della Storia d’Europa e di promuovere l’integrazione delle storiografie dei diversi paesi europei” (Saitta, 1981). 

L’assise di storici europei era consapevole della difficoltà nel rielaborare la storia d’Europa lontano da logiche nazionaliste o subordinazioni politiche, ma era altresì convinta della necessità di definire una metodologia funzionale a narrare una storia collettiva e non più una semplice sommatoria di singole culture nazionali. La nuova storia d’Europa avrebbe dovuto riflettere sullo spazio comune e la ricchezza delle differenze, ricostruire con un nuovo metodo scientifico il complesso percorso di formazione dell’identità europea, evidenziare le convergenze ma anche le contraddizioni ed i conflitti. Da qui la necessità di coinvolgere, oltre agli esponenti dei Paesi membri della Cee, gli storici del blocco sovietico, con l’intento di considerare il processo di formazione storica della società europea in una prospettiva di maggior respiro rispetto alla storiografia del periodo.